Comorbilità è un termine con cui ci si riferisce alla presenza di più di un disordine psicologico diagnosticabile in uno stesso individuo e nello stesso momento.

La comorbilità pertanto, costituisce un fattore importante, ma fonte di complicazioni, nello studio della base di tale disturbo.

Il gioco patologico e il gioco problematico presentano alti livelli di comorbilità con varie problematiche psicologiche: i disturbi dell’umore (presenti in circa il 50% dei casi), l’alcolismo e l’uso di sostanze stupefacenti (presente nel 64% dei casi), le condotte suicidarie, i disturbi di personalità, i disturbi dell’umore e della personalità, gli altri disturbi del controllo degli impulsi non classificati altrove (la piromania, il disturbo esplosivo intermittente, la cleptomania, la tricotillomania, il disturbo degli impulsi non altrimenti specificato).

Fra dipendenza da gioco e dipendenza da sostanze esiste una stretta correlazione; Lesieur, Blume e Zoppa (1986) dimostrarono che, su 458 adulti ricoverati per alcolismo a altre forme di dipendenza, ben il 9% di essi rientrava in una diagnosi di gioco d’azzardo patologico, mentre il 10% in una diagnosi di gioco d’azzardo problematico. Ancora, da un’indagine con 1700 soggetti (Jacobs, Elia, Goldstein, 1991) trattati per problemi di alcol e droga, è emerso che una percentuale del 14% presentava sintomi del gioco patologico, e il 16% era giocatore problematico.

Uno studio condotto su studenti di college (Greenberg, Lewis, Dodd, 1999), inoltre, ha trovato correlazioni significative tra i comportamenti di addiction, quali ‘uso di video-games, di Internet, della tv e il gioco d’azzardo.

Numerosi studi ancora evidenziano come i disturbi dell’umore siano spesso associati ad un comportamento problematico e patologico nel gioco; basti pensare ai cosiddetti giocatori per fuga, spinti al gioco da un bisogno di fuggire da una realtà deprimente e mortificante; sono per lo più le donne che, diversamente dai giocatori d’azione, che ricercano nel gioco una forte attivazione, ricorrono al gioco d’azzardo per ragioni disforiche, per uscire da una realtà noiosa e piena di situazioni e sentimenti deprimenti.

(Estratto da: Caretti V. e La Barbera D. (2005), Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia. Raffaello Cortina, Milano).

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