Il problema delle dipendenze tecnologiche nelle fasce di età infantile e adolescenziale ha naturalmente risvolti molto delicati, se si considera che attualmente sono circa 450.000 gli utenti della rete da 0 a 10 anni, il che significa che oltre il 20% dei bambini italiani delle elementari naviga in Internet, mentre circa 2.200.000, cioè il 75%, sono quelli che usano il computer con regolarità.

Il fascino a volte violento, che le esperienze di Internet e di realtà virtuale, esercitano sull’apparato psichico presenta non pochi punti comuni con le situazioni tossicomaniche. Come il tossicomane nella fase iniziale di “luna di miele” con la sostanza scopre l’emozione rivelatrice dell’esistenza dell’accesso a mondi sensoriali straordinari e appaganti, e conseguentemente intuisce la plausibilità di restituire senso nuovo agli oggetti di relazione, in modo analogo i consumatori di esperienze virtuali scoprono la possibilità di ingresso in un mondo spesso altamente gratificante rispetto ai loro bisogni. E’ così, per esempio, che si esprimono, in una ricerca di frequentatori di ambienti virtuali, quando dicono che la chat ha rappresentato per loro un mondo nuovo, un’apertura mentale che li ha resi capaci di cogliere aspetti diversi della relazione e del contatto interpersonale, fino a sostenere che solo in chat essi si sentono veramente liberi e contenti.

Le dipendenze da Internet, in particolare, rappresentano un’area emergente delle dipendenze tecnologiche e da esperienze virtuali.

A parte i casi estremi, non è rara la segnalazione della comparsa, per periodi transitori (da uno a cinque-sei mesi), di comportamenti maladattivi o francamente compulsivi in soggetti che, iniziando a familiarizzare con la rete, ne scoprono alcune potenzialità e ne rimangono catturati in modo estremo, tanto da sacrificare le ore di sonno notturno o anche impegni e relazioni significative, con conseguenze molto negative sulla loro vita. Tali condizioni, a volte, tendono a risolversi spontaneamente e vengono successivamente criticate dal soggetto che le ha vissute, ma evidenziano comunque una sorta di vulnerabilità additiva che viene slatentizzata dal contatto con il cyberspazio. Come altri tipi di dipendenze, anche le dipendenze da comportamenti potrebbero seguire un andamento discontinuo e oscillante, con fasi di estinzione della condotta additiva che si alternano a fasi in cui, spesso a causa di stressor ambientali, si assiste alla sua ricomparsa.

(Estratto da: Caretti V. e La Barbera D. (2005), Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia. Raffaello Cortina, Milano).

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