Il concetto di casualità è centrale e sembra creare non poche difficoltà alla mente umana. Essa tende ad attribuire significati, a operare con un senso logico, spiegandosi, a volte in maniera ingannevole, i dati percettivi.
Il giocatore, in special modo se ha vissuto occasioni precoci di vincita al gioco, tende a sopravvalutare le proprie capacità di vincere o di scoprire il meccanismo per vincere.
Sviluppare “sistemi” è un gioco vecchio come il mondo per sfidare la sorte. Egli può tentare di influire sul caso con oggetti a cui attribuisce significati di portafortuna, rimanendo intrappolato nel gioco, con la sensazione che la vincita stia per arrivare. Il giocatore elabora delle giustificazioni del perché stia continuando a vincere o a perdere, attribuendo ad una macchina qualità umane.
Ad es. molti giocatori di video-poker sostengono che l’apparecchio elettronico è “in procinto di pagare” quando in precedenza non ha dato punti alti, o addirittura quando offre un numero di jolly maggiore a tre negli ultimi 10 tiri; un altro esempio può essere giocare i numeri ritardatari al lotto, secondo una logica matematico-statistica ogni evento, nel gioco del lotto, è indipendente dagli altri, di conseguenza un’estrazione non può influire sulla successiva, allora ogni numero in ogni estrazione avrà sempre la stessa probabilità di essere estratto, anche se manca da 130 giornate.
Emblematico è lo studio di Ladouceur e Walker (1996) che affermano come fattori cognitivi svolgono un ruolo determinante nel mantenimento dei problemi di gioco.
Nell’esperimento i partecipanti erano invitati a pensare ad alta voce mentre giocavano alla roulette, alle slot-machine, al black jack, e al video-poker. I risultati hanno evidenziato che il 75% delle loro percezioni erano erronee, e che la maggior parte di esse derivava dalla nozione di azzardo.
L’incomprensione dell’azzardo portava i giocatori ad alimentare illusioni di controllo e favoriva l’idea che potessero predire i risultati di questi giochi. Queste concezioni errate li spingevano inoltre a sviluppare delle strategie e a credere che la loro abilità avrebbe aumentato la possibilità di vincita.
Alcuni esempi:
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Sento che sto per vincere, aumento la scommessa al prossimo turno.
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Mi sento ispirato, vado a scegliere la macchina buona.
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Sono tre volte di seguito che perdo, vincerò al prossimo giro.
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Mantengo gli stessi numeri, finiranno per uscire.
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Vinco sempre di più quando gioco di notte.
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E’ chiaro, vinco sempre di più quando gioco con le macchinette qua in zona.
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Ora cambio la macchinetta, questa non paga.
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Vincerò tra poco.
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A furia di giocare la fortuna finirà per arrivare.
Credenze erronee e illusioni di controllo si manifestano maggiormente quando c’è un forte coinvolgimento della persona e questo è un aspetto che può contribuire a differenziare il giocatore patologico da quello sociale.
(Estratto da: Pani R. e Biolcati R. (2006). Le dipendenze senza droghe. UTET Università).
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